Le Arti Marziali Filippine (Filipino Martial Arts), note anche con i nomi di Kali, Arnis De Mano od Escrima, sono considerate dagli esperti del settore come uno dei sistemi marziali più micidiali ed efficaci nel combattimento e l’unico di cui sia documentato l’esteso utilizzo in battaglia, da parte di truppe regolari, anche nei tempi moderni: nella II guerra mondiale, gruppi di esperti filippini armati di solo machete, avanzando con una tipica formazione a cuneo, combatterono i militari giapponesi nel fitto della giungla del sud-est asiatico, aprendo la strada all’avanzata delle truppe con armi da fuoco.
In occidente sono spesso praticate ed insegnate come autodifesa congiuntamente al Jeet Kune Do (il sistema/concetto ideato da Bruce Lee), tanto che oggi distinguerli è molto difficile: alcuni insegnanti di Jeet Kune Do, per semplificare, sostengono di utilizzare il Kali per la parte di mano armata del proprio allenamento.
In realtà, come spiegheremo, le F.m.a. sono estremamente efficaci anche a mano nuda.
Vennero “riscoperte” dal grande pubblico a partire dagli anni ’80, quando gli esperti occidentali di autodifesa e combattimento da strada si resero conto che nella gran parte delle situazioni reali (difesa personale, per i civili, o combattimento, per il personale militare) l’aggressore/avversario raramente agisce a mano nuda, tendendo invece a procurarsi una qualsiasi arma (coltello, cocci di bottiglia, spranghe, ecc..) prima di porre in atto la minaccia o l’offesa.
In tali situazioni reali le tecniche “tradizionali” a mano nuda si dimostrano così inefficaci.
Le F.m.a., invece, si distinguono proprio perchè il praticante apprende prima l’utilizzo delle armi più comuni (coltello, bastone, ecc.) e poi, in un secondo tempo, la difesa a mani nude.
Anche nel combattimento disarmato, tra l’altro, vengono sempre utilizzati gli stessi semplicissimi principi già appresi con l’uso delle armi, apportandovi limitati adattamenti.
I maestri filippini, infatti, preferiscono difendersi reperendo armi od oggetti di qualsiasi natura (anche sassi, penne o bicchieri) piuttosto che affrontare disarmati un avversario, difendendosi a mani nude solo qualora sia proprio impossibile reperire un oggetto; inoltre ritengono (ed a ragione) che sia impossibile imparare a difendersi efficacemente da un’arma (es. coltello) senza prima conoscerne approfonditamente a propria volta l’uso offensivo.
Il Kali / Arnis / Escrima divenne famoso e si diffuse come sistema per la difesa personale anche per la sua caratteristica di fare affidamento su strategie e principi, facili da apprendere e di immediata applicazione, piuttosto che su specifiche e complesse tecniche codificate o su caratteristiche fisiche quali forza e velocità (le tecniche complesse, infatti, tendono ad essere dimenticate mentre forza e velocità peggiorano rapidamente in assenza di allenamento costante ed in ogni caso con l’avanzare dell’età).
Un ulteriore vantaggio è che l’esperto di arti filippine non è preparato a rispondere solo ad aggressioni precise con movimenti ben determinati (es. a quel particolare strangolamento si deve rispondere con la tecnica n.17 – ma cosa succede se l’attacco è diverso da quelli studiati o se in quel momento non ricordo la tecnica?), essendo invece abituato ad “improvvisare”, utilizzando i semplici e solidi principi dell’arte, rispondendo così anche ad aggressioni atipiche ed impreviste.